Poteri forti by Ferruccio Pinotti

autore:Ferruccio Pinotti [Pinotti, Ferruccio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica
pubblicato: 2016-01-06T23:00:00+00:00

Il ritorno di Wojtyla e le manovre dell'Opus Dei Giovanni Paolo II riprese in pieno le sue funzioni intorno alla metà di ottobre del 1981. Duramente provato, era l'ombra di se stesso. Secondo una voce proveniente dal suo entourage, il Santo Padre era consapevole che la regia dell'attentato poteva essere in Vaticano, che tra le sacre mura poteva esservi stata qualche connivenza con gli attentatori e che il fatto poteva essere collegato anche alla sua decisione di elevare l'Opus Dei a prelatura personale. Nei dicasteri curiali si mormorava che il Santo Padre – ancora traumatizzato per l'attentato subito – fosse tormentato da una umanissima paura.

Il 14 novembre 1981 la Congregazione per i vescovi, retta dal cardinale Sebastiano Baggio, inviò alle Conferenze episcopali una nota informativa riservata che annunciava: «Il Santo Padre ha decretato l'erezione dell'Opus Dei in prelatura personale, approvandone i relativi statuti. Per disposizione espressa dal Santo Padre, i vescovi vengono informati circa le caratteristiche concrete della prelatura e la reale portata del provvedimento preso». Lo scopo della nota, lunga tre cartelle dattiloscritte, era di tranquillizzare l'episcopato, ma in realtà confermava tutti i timori dei vescovi, con l'aggravante del fatto compiuto: malgrado le forti opposizioni, il decreto papale che avrebbe accordato all'Opus Dei la prelatura personale sembrava cosa fatta.

Benché fosse riservata e coperta dal segreto pontificio, la nota del cardinale Baggio finì sulle pagine del quotidiano tedesco «Frankfurter Allgemeine Zeitung». L'Opus Dei, a quel punto, si affrettò ad annunciare che stava ricevendo da molti vescovi di ogni parte del mondo le più vive felicitazioni per il prestigioso riconoscimento ottenuto. Ma la manovra venne smascherata nel giro di pochi giorni. Cominciò, per primo, a non vederci chiaro il cardinale Eduardo Pironio, capo della Congregazione per i religiosi e gli istituti secolari. Si accorse che nella nota informativa, su carta intestata della Congregazione per i vescovi, mancavano il numero di protocollo e la firma di un responsabile: contrassegni di rigore per ogni carta curiale, specie se destinata ai vescovi. Pironio rifiutò perciò di autorizzare l'archiviazione del documento, in attesa di chiarimenti circa la paternità del medesimo. Arrivarono poi, sempre più incalzanti, le richieste di spiegazioni da diversi vescovi italiani. La nota era stata mandata anche alla Conferenza episcopale italiana, tramite il nunzio Romolo Carboni. Nella sua lettera di accompagnamento i vescovi avevano notato una contraddizione: prima si faceva sapere che «la nota non ha il carattere di una consultazione», poi che la Nunziatura «avrà cura di segnalare con ogni sollecitudine alla Sacra Congregazione per i vescovi gli eventuali suggerimenti e osservazioni che le perverranno». Il tutto con la «viva raccomandazione di tenere la notizia del provvedimento pontificio sotto speciale segreto fino al giorno della sua pubblicazione ufficiale, che verrà a suo tempo notificata». La questione posta a Roma dai vescovi fu la seguente: se il Papa aveva già deciso, come annunciava la nota del cardinale Baggio, perché avrebbero dovuto inviare suggerimenti e osservazioni? La decisione era forse ancora in divenire?

La risposta che arrivò dalla Congregazione dei religiosi fu clamorosa: «Non c'è alcun decreto».

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